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Cos’è Android?

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Android nasce dall’esigenza di una standardizzazione nel campo dei sistemi operativi e applicazioni per dispositivi mobili.

Android non è un linguaggio di programmazione ma uno stack di strumenti e librerie per la realizzazione di applicazioni mobile, tra cui un sistema operativo, un insieme di librerie native per le funzionalità core della piattaforma, una implementazione della VM e un insieme di librerie JAVA.

Logo Android. Dal sito: www.android.com

Il sistema operativo di Google ha la fondamentale caratteristica di essere open e ciò lo contraddistingue dagli altri sistemi della concorrenza.

Android è open in quanto utilizza tecnologie open, tra le quali spicca il kernel di Linux nella versione 2.6.

Android è open in quanto le librerie e le API che sono state utilizzate per la sua realizzazione possono essere quasi totalmente rimpiazzate, così da permettere la personalizzazione dell’ambiente salvo alcuni casi legati ad aspetti di sicurezza.

SDK Platform release notes | Android Developers

Android è open poiché il suo codice è open source, consultabile da chiunque possa contribuire a migliorarlo, lo voglia documentare o semplicemente voglia scoprirne il funzionamento.

La licenza scelta dalla OHA è la Open Source Apache License 2.0, che permette ai diversi vendor di costruire su Android le estensioni anche proprietarie senza legami che ne potrebbero limitare l’utilizzo. Ciò significa che non bisogna pagare alcuna royalty per l’adozione di Android sui propri dispositivi.

Android presenta tutte le più importanti caratteristiche che l’utente si aspetta di trovare in un moderno dispositivo mobile:

La Licenza Apache

La Licenza Apache è una licenza di software libero, non copyleft, scritta dalla Apache Software Foundation (ASF) che obbliga gli utenti a preservare l’informativa di diritto d’autore e d’esclusione di responsabilità nelle versioni modificate.

La licenza Apache 2.0 ha il compito di “rendere più semplice l’uso della licenza da parte di progetti non-ASF migliorando la compatibilità con software basati sulla licenza GNU General Public License, consentendo di includere la licenza per riferimento invece di obbligare ad inserirla in ogni file, chiarendo la licenza che si applica ai contributi e richiedendo al contributore di concedere in licenza i brevetti che si violano utilizzando il contributo realizzato dal contributore”

Photo: @greendub via Twenty20

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